Il restauro degli stucchi implica la conoscenza di diversi materiali, in quanto possono essere stati realizzati sia in malta (sabbia e calce con proporzioni variabili in base all’esecutore) o in gesso.
Le decorazioni ornamentali a stucco variano dai più semplici bassorilievi e cornici decorative a più complesse strutture tridimensionali come statue e composizioni architettoniche; in questo caso la struttura dello stucco sarà ovviamente più complessa perché costituita da un’armatura interna che sorregge la struttura e un rivestimento più esterno di calce che da la forma desiderata.
L’umidità è la maggiore causa del degrado degli stucchi, in quanto provoca la formazione di Sali, responsabili del loro sgretolamento.
Infatti il primo intervento da effettuare è il mettere in sicurezza tutte le parti dello stucco (ad esempio nel caso di statue si dovranno subito controllare braccia, gambe e testa) per un successivo consolidamento; in base all’entità del danno, il consolidamento sarà di differenti tipologie: dall’inserimento di nuovi perni nella struttura per riconsegnarne la solidità alla più semplice iniezione di adesivi per ristabilire coesione tra parti distaccate.
Nel corso del ‘900 molti “restauri” su decorazioni a stucco prevedevano una stesura di bianco a calce che ridesse luminosità agli stucchi: oltre essere un intervento deontologicamente sbagliato, questo strato spesso di scialbo nascondeva le linee originali dello stucco, appiattendone la forma. Oggi pertanto, nella maggior parte dei casi viene rimosso, tramite differenti metodi di pulitura.
Una volta puliti, consolidati e stuccati nelle parti mancanti con malte adeguate allo stucco che si sta trattando, possono essere infine protetti con un fissativo finale, soprattutto se dislocati all’esterno, come sulla facciata di una chiesa o di un edificio.